sabato 8 dicembre 2012

Open day

Non mi sono mai fidata troppo degli open day, forse perchè scettica di fronte ad ogni tipo di pubblicità; per questo amo tanto il "nostro", dove a mostrare la scuola sono rigorosamente gli studenti!
Quelle che seguono sono le riflessioni di due ragazze di seconda.
Buona lettura, e magari provate a riconoscerle!



Sabato 1  dicembre si è tenuto l’open day della nostra scuola. Subito dopo le lezioni, alcuni di noi sono rimasti a mangiare a scuola, non i soliti panini, ma una bella pizza...  e non da soli, ma in ottima compagnia delle nostre insegnanti: la Crepaldi e la Santolini. Dopo aver mangiato e fatto quattro chiacchiere ci siamo rimboccati le maniche e ognuno di noi è andato nella propria postazione; pronti per accogliere i visitatori. Alcuni hanno iniziato accompagnando le famiglie in giro per i vari ambienti della scuola, altri facendo una dimostrazione della LIM e altri ancora presentando l’angolo della matematica oppure leggendo delle letture su Tonino Guerra (purtroppo non sono riuscita ad andarli a sentire, ma sono sicura che siano stati bravissimi). Mentre ero di servizio alla LIM e all’angolo della matematica ho notato che i bambini, ma soprattutto i genitori erano molto sorpresi per gli argomenti che affrontavamo. La maggior parte delle cose, secondo me, non se le ricordavano nemmeno oppure non le sapevano proprio. Mi sono molto divertita anche perché nei momenti in cui non c’era nessuno alla LIM si giocava su internet e all’angolo della matematica si facevano delle chiacchiere. Spero di rivivere questa esperienza anche il prossimo anno, visto che mi è piaciuta molto.

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L'Open Day è il giorno destinato a mostrare alle famiglie dei ragazzini delle elementari la scuola media (nel nostro caso il San Giuseppe). Solitamente avviene il sabato o la domenica. All' Open Day della nostra scuola eravamo divisi in differenti gruppi: addetti alla LIM, addetti all'Angolo della Matematica, addetti alle letture, addetti ad accompagnare le famiglie in giro per la scuola e addetti ai progetti ambientali. Io guidavo le persone in giro per la scuola: è stato fantastico, non avrei mai immaginato di divertirmi così tanto!!! Ho fatto questo percorso: piano terra, primo piano e secondo piano, tutte le sei volte che ho portato in giro le famiglie!!! Alla fine della giornata avevo, infatti, le vesciche ai piedi, che dolore!!! Comunque l'importante è che ho svolto bene il mio "lavoro": le famiglie, dopo aver visitato tutta la scuola, mi sono sembrate molto contente e stupite della bellezza e della grandezza della scuola!!! Avevo fornito alle famiglie tutte le informazioni: corsi di recupero e potenziamento, giornate di accoglienza, gite didattiche, gite di due giorni, giochi della gioventù, compiti... Alcuni mi sono sembrati più seri e freddi, con loro era meglio non scherzare troppo, mentre altri mi sembravano sereni, tranquilli e con loro ci si poteva scherzare, ma sempre meglio tenere un registro MEDIO!!! Delle famiglie mi è piaciuto, in generale, la curiosità sulle attività scolastiche. I ragazzini, invece, mi sono sembrati molto impauriti: lo dimostravano i loro occhi e il voler stare vicino ai genitori. Si comportavano così forse perché non immaginavano come sarebbero state le scuole medie e per timidezza, ma erano anche meravigliati e stupiti. Dopo tutto ci siamo passati anche noi in questa fase: mi ricordo che quando venni a visitare il San Giuseppe ero terrorizzata anche io e non sapevo che cosa mi attendesse e... avevo paura di perdere i miei amici di Fusignano, mentre adesso mi accorgo che questa scuola è bellissima e inoltre ho conosciuto insegnanti e nuovi amici fantastici!!! Ho fatto  la maggior parte dei percorsi da sola, senza l'aiuto dei miei compagni, mentre gli ultimi due li ho fatti con Beatrice ed Eleonora. Ho sempre preferito farli da sola perché volevo sconfiggere la mia paura di parlare serenamente a persone sconosciute; ora mi sento più sicura!!! Mi sono pentita di non aver partecipato all'Open Day dell'anno scorso perché mi sono veramente divertita!!! Ai miei compagni che non se la sono sentita di venire per timidezza, consiglio di partecipare in futuro, perché è così che si combatte la vergogna!!!
Sicuramente verrò anche l'anno prossimo!!!
P.S: la pizzata è stata fantastica!!!
 


lunedì 3 dicembre 2012

Gli SMS compiono 20 anni

Il 3 dicembre 1992 Neil Papworth, ingegnere britannico 22enne della Vodafone, inviò il primo sms della storia. Il testo? “Happy Christmas”, buon Natale.
La storia di quel leggendario “Buon Natale” era iniziata qualche anno prima, nel 1984. Matti Makkonen, ingegnere della finlandese Nokia, conversando, secondo la leggenda, in una pizzeria di Helsinky, ebbe l’idea di abbinare l’invio di brevi messaggi di testo alla tecnologia di comunicazione mobile.
L’anno successivo, un altro ingegnere, questa volta tedesco, Friedham Hillebrand, stabilì che il numero massimo di caratteri inviabili via sms fosse 160. Perché? Perche, secondo una sua personale analisi, era il numero medio usato per una “breve risposta” standard. In breve, si iniziò a progettare telefonini con la capacità di ricevere brevi messaggi di testo: riceverli, ma non inviarli. Perché questo servizio (chiamato appunto Short message service) fu pensato per l’utilità del gestore, che informava così su messaggi in segreteria, costo delle chiamate e nuove offerte da proporre.
Il suo costo? Zero. Perché quei 160 caratteri di testo viaggiavano su una porzione di banda GSM lasciata intenzionalmente libera proprio per eventuali “sviluppi futuri”.
Che ci furono, eccome. Nel senso che i gestori seppero sfruttare al massimo questa capacità della rete GSM per farne una fonte di guadagno enorme, molto superiore, in percentuale, alla rendita delle chiamate vocali. Oggi le stime parlano di oltre 6.000 miliardi di messaggini inviati ogni anno, cifre impressionanti, se si pensa che il costo di un sms, per il gestore, è dell’ordine del millesimo di euro. Ma noi li paghiamo tra i 5 e i 20 centesimi, a seconda della tariffa che scegliamo. Tra l’altro, i bit, i pacchetti di informazioni veicolati dagli sms sono del tipo “non pregiato”: per i gestori, la consegna di un sms può avvenire nell’arco di 24 ore e non è neppure garantita.
Significa che l’invio di 1 gigabyte di dati via sms (al costo di 15 cent di euro) ci costa... 2,14 milioni di euro. Sì, milioni. Pensateci, ogni volta che ne inviate uno. A proposito di euro, una curiosità: per alcuni anni, dopo l’introduzione del simbolo €, il suo uso in un sms costava 2 caratteri invece di 1. Della serie, con l’euro è raddoppiato tutti...
Soldi a parte, i messaggini hanno cambiato vita e abitudini di milioni di persone. Secondo i sociologi, sono intervenuti anche nei nostri rapporti personali: ci hanno permesso di commentare in diretta (e in segreto) le riunioni al lavoro, fatto inviare pensieri e auguri a persone con le quali non avremmo parlato volentieri e perfino reso interminabili alcune litigate tra fidanzati. Hanno anche reso possibile l’invio di aiuti economici in tempo reale in caso di calamità, grazie agli “sms solidali”.
Da allora, la messaggistica istantanea ha fatto molta strada, soprattutto grazie alla diffusione degli smartphone sempre connessi a Internet e alle loro app. Twitter, prima di tutte: “solo” 140 caratteri, 20 in meno di un sms. Un successo planetario... che deve tutto al “nonno” nato 20 anni fa: la chiave di volta della diffusione dei cinguettii digitali è stata proprio la possibilità di inviarli anche sfruttando un numero di cellulare, che li reindirizza alla Rete quando non siamo connessi.
Ma proprio gli smartphone, i social network e le app come Whatsapp stanno mettendo in crisi gli sms. O meglio, li stanno riportando a quello che erano in origine: messaggi di servizio che hanno il pregio di funzionare con tutti i telefoni, gli operatori e anche quando la copertura Internet è assente.

sabato 24 novembre 2012

L'Uomo che piantava alberi

Stamattina abbiamo visto insieme "L'uomo che piantava alberi" che io personalmente trovo toccante e profondo.
Un racconto magnifico, di quelli che ti fanno pensare e ripensare per giorni a quanto un uomo, nelle sue piccole azioni quotidiane invisibili ai più, possa esprimere al massimo grado la presenza di qualcosa di superiore. Un racconto di amore, di radicamento e attaccamento alla terra, di solitudine proficua, di grande generosità, di infinita saggezza.

Se volete rivederlo o farlo vedere a qualcuno ecco il link su youtube:

Ma l'uomo che piantava alberi esiste davvero?
Quando l'autore francese Jean Giono scrisse il racconto "L'uomo che piantava alberi" non si ispirò ad alcuna storia vera, ma creò il personaggio di fantasia Elzéard Bouffier per spingere i lettori a innamorarsi degli alberi.
In India a più di 8000 chilometri di distanza, vive Jadav Payeng, che non ha mai sentito parlare del libro di Giono, ma per molti  potrebbe essere il vero Bouffier.
Jadav Payeng
Poco più di 30 anni fa, l'allora adolescente Jadav "Molai" Payeng ha iniziato a piantare dei semi lungo una striscia di sabbia arida nei pressi del suo paese natio nella regione di Assam, India del nord, con l'intento di far crescere un rifugio per la fauna selvatica. Poco dopo, Molai decise di dedicare la vita a questa impresa, e quindi si è trasferito in un luogo dove potesse lavorare a tempo pieno alla creazione di un nuovo e lussureggiante ecosistema. Incredibilmente, questo luogo oggi comprende 1.360 acri di giungla che Payeng ha piantato da solo, con le sue stesse mani.
Tutto è iniziato nel lontano 1979, quando le inondazioni hanno portato un gran numero di serpenti su questa striscia di sabbia.
Un giorno, dopo che le acque si erano ritirate, Payeng, allora solo sedicenne, ha ritrovato il posto pieni di rettili morti. In quel momento la sua vita ha avuto una svolta.
I boschi di Molai
Lasciata la scuola e la famiglia, ha cominciato a vivere sul banco di sabbia. Payeng ha accettato volentieri una vita in isolamento. Ha iniziato a prendersi cura delle piante innaffiandole mattina e sera, potandole quando necessario. Mentre ci sono voluti anni perchè la dedizione lodevole di Payeng ricevesse un meritato riconoscimento a livello internazionale, la fauna selvatica nella regione non ci ha messo molto a beneficiare di questa foresta "fatta a mano".
Dopo pochi anni, la lingua di sabbia si è trasformata in un boschetto di bambù. Dimostrando una profonda conoscenza degli equilibri ecologici, Payeng ha trapiantato all'interno del suo fiorente ecosistema anche le formiche rosse in modo da rafforzare l'armonia naturale del territorio. Presto il banco di sabbia un tempo senz'ombra si è trasformato in un ambiente abitato da svariate creature.
I boschi di Molai
La foresta, chiamata da molti "i boschi di Molai", ora fa da casa a numerosi uccelli, cervi, rinoceronti, tigri, elefanti, specie che altrove stanno rischiando sempre di più di perdere il proprio habitat.
Nonostante l'importanza del progetto di Payeng, il Dipartimento forestale della regione è venuto per la prima volta a conoscenza di questa foresta solo nel 2008, e da allora ha cercato di sostenerne l'impegno. 

"...è una storia esemplare che racconta di come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre alla distruzione"

sabato 17 novembre 2012

Una scomoda verità

Scioglimento dei ghiacciai
C’era una volta il pianeta Terra; c’era una volta un luogo dove la natura la faceva da padrona, in cui tutti i cambiamenti erano in funzione della sua stessa evoluzione, in cui ogni singolo essere vivente poteva ritenersi figlio di una comune madre e prodotto di una serie di coincidenze e leggi da essa stabilite. 
C’era una volta la culla dell’umanità, meravigliosa in tutte le sue manifestazioni, dalle valli solcate dai fiumi, ai monti coi loro ghiacciai, dalle isole incontaminate degli oceani alla selvaggia e lussureggiante vegetazione delle foreste tropicali.
Quella narrata da Al Gore (l’ex vice presidente degli Stati Uniti sconfitto alle elezioni del 2001 da Bush) è una verità, pura e semplice, ricavata dalle tracce che la natura ci ha lasciato, in cui i protagonisti sono la natura da una parte e l'egoismo dell'uomo dall'altra.
Io ve l'ho voluta raccontare perchè ripongo in voi una grossa speranza: se tutti i giovani fossero come voi sarei più serena riguardo al futuro!
Ecco qua le parole di Al Gore, che da sole dicono più di quanto potrei dire io:
Aumento di C02
"Siamo in grado di superare i nostri limiti e il nostro passato?
La storia ci insegna che abbiamo questa capacità.
Abbiamo affermato valori come la libertà e l'autodeterminazione negli Stati Uniti, in Francia e in tutto il mondo.
Lo stesso anno in cui Lincoln liberò gli schiavi d'America la Russia liberò i suoi servi.
Le donne hanno avuto il diritto al voto prima in Nuova Zelanda e in seguito dappertutto.
Il mondo intero ha sconfitto il fascismo sia in Europa che nel Pacifico.
La forza morale della non violenza ha innescato una rivoluzione che si è allargata ad altri paesi.
Il mondo ha sostenuto la vittoria di Nelson Mandela sull'apartheid.
Medici e scienziati di tante nazioni hanno lavorato insieme per sconfiggerre malattie come il vaiolo e la poliomielite.
Le due superpotenze alla fine hanno cessato la corsa agli armamenti nucleari.
La gente preferisce bugie rassicuranti a scomode verità
Siamo andati sulla Luna: il massimo esempio di quello che sappiamo fare se diamo il meglio di noi.
Ci siamo uniti per combattere il comunismo."

"La Terra è la nostra unica casa e in gioco c'è questo: la nostra capacità di vivere sul pianeta Terra e dargli un futuro di civiltà.  Penso che questa sia una questione morale."

"Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno 'A cosa pensavano i nostri genitori, perchè non si sono svegliati quando ne avevano la possibilità?' Prepariamoci sin da ora a rispondere a questa domanda".

domenica 11 novembre 2012

Una serata indimenticabile

Mercoledì sera Emanuele, Francesco e Giacomo, come ben sapete, hanno partecipato all'incontro tenuto da Michele Dotti sul PIL.
Cosa vi posso dire? Vorrei che loro tre ci descrivessero la serata dal loro punto di vista. Io, dal mio, posso solo dirvi che è stata una gioia e un orgoglio enorme vederli partecipare in un modo così attivo e appassionato.
Durante la serata si è parlato e discusso di benessere, in particolare di cos'è il benessere per noi.
Una cosa che mi ha colpito è stato scoprire che esiste oltre al PIL (prodotto interno lordo) anche il FIL (felicità interna lorda), tentativo di definire, con un'evidente ironia, uno standard di vita basato sulla felicità.
Per la solidità di uno stato è necessario mantenere elevato il suo PIL: infatti più è alto il PIL e più uno stato ha benessere, ma non è che forse il benessere vero di uno stato si basa sulla felicità dei suoi cittadini?? 
Un esempio fondamentale dell'utilità a conoscere il proprio FIL è dato dal Bhutan, piccolo stato montuoso dell'Asia. Questo stato già da 4 anni adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il FIL. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Secondo alcuni dati questo paese è uno dei più poveri dell'Asia, con un PIL pro capite di 1800 dollari. Tuttavia, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e l'ottava del mondo.
Quindi vi chiedo: cosa per voi è benessere? Cosa vi rende davvero felici?




L'origine delle parole

Sapete che l'etimologia ci guida a ricostruire la storia delle parole e spesso ci aiuta a ricostruirne il significato profondo.
Così ho voluto farvi degli esempi che vi toccano da vicino.
Cominciamo dalla parola apprendere:

Ci fa capire che abbiamo appreso un concetto solo se ce ne siamo impossessati, se è diventato nostro... quindi se conosciamo gli argomenti per il giorno della verifica e poi ci sentiamo liberi di dimenticarli... non abbiamo appreso proprio niente!
Vediamo istruire:
Se analizziamo il termine vediamo che si tratta di trasmettere informazioni o addirittura modi di pensare. Invece educare è proprio differente...
Non è l'insegnante che modella il contenuto della mente dell'allievo, nè che gli riempie la testa di nozioni: si tratta di tirare fuori il meglio da lui. Quindi è necessario che scopra le sue buone qualità e le rafforzi.
Anche insegnare è una parola che mi piace: 
Cosa ne pensate della vignetta?
 Potete continuare il gioco con le parole che preferite:

sabato 3 novembre 2012

Avete impegni per martedì sera?

Abbiamo parlato di PIL e di Indice di Sviluppo Umano e ci siamo chiesti quali sono gli indicatori che ci aiutano a sapere in quale Stato si viva davvero bene.
C'è un uomo che conosco che per rispondere a questa domanda sta girando le scuole e il mondo, cercando di diffondere tra i ragazzi attenzione per l'ambiente e per i popoli più svantaggiati, si chiama Michele Dotti. Se volete conoscerlo meglio potete visitare il suo blog, in particolare la sezione dedicata alla solidarietà internazionale, oppure potete venire con me a sentirlo di persona.