giovedì 9 gennaio 2014

Una canzone triste

Eccomi qui a condividere ancora una vostra perla. Margherita Vernocchi, sempre a dividersi tra il palco scenico e la piscina, non disdegna neppure carta e penna...


Cari lettori,
ho deciso di non raccontarvi la solita storia, ma una novella nuova e spero che vi piaccia.
Il suo titolo, come avete già visto, è "una canzone triste".
Ok, ora basta parlare... è meglio che cominci a raccontare...
pochi anni fa, in un paese dell'Olanda di cui non so il nome, viveva un bambino di nome Felice, anche se non lo era affatto.
-Din, din- fece il campanello; il solito dottore entrò con la sua valigetta in pelle nera, sistemò le sue cose nella stanza di Felice per visitarlo...
Dopo mezz'ora uscì, senza rispondere alla solita domanda che il piccolo faceva: -Sono guarito? Quando guarirò? Domani posso giocare in giardino?-
-C'è tempo, devi aspettare e vedrai che le medicine faranno effetto- rispondeva quando ne aveva voglia, cioè quasi mai...
-Ma quanto tempo? Sono stanco di aspettare!- ribatteva Felice. E poi si sentiva il solito cigolio della porta che il dottore chiudeva alle sue spalle, lasciando il bambino con il solito monotono e disgustoso sapore di antibiotico in bocca.
Il dottore andava in salotto dai suoi genitori, lui lo sapeva, avrebbe voluto andare a spiarli, come spesso prima della malattia lui faceva, ma, con quella tosse non si poteva: lo scoprivano subito e gli dicevano: -torna subito a letto, o peggiorerai... e tu non vuoi, vero?- Così annuiva e si recava, con il capo chino a fissare i suoi piedi scalzi, i suoi calzini bucati, in camera sua.
Quel giorno, quel mercoledì, i suoi avevano acceso un cd, l'unico che avevano, quella canzone triste che rimbombava nelle sue orecchie e negli angoli di tutta la casa. Lui ormai si era abituato a quel suono, aveva capito che i suoi genitori alzavano il volume per coprire alle sue orecchie le tragiche parole del dottore che in realtà Felice avrebbe voluto ascoltare, per sapere come stavano le cose...
Intanto il dottore aveva parlato: si trattava di un tumore a un polmone, era necessario asportarne una parte, una briciola, ma se non si fosse intervenuti in tempo...
Potete immaginare il seguito.
Quel pomeriggio i genitori presero i loro risparmi, risparmi di una vita, che avrebbero voluto usare per per una cosa importante...
Ma cosa è più importante della vita di un figlio?
Così ci fu l'intervento che salvò la vita di Felice.
Da quel giorno la "canzone triste" divenne, non dico felice, ma un po' meno triste, perchè era diventata un ricordo non più solo delle malattia, ma soprattutto della guarigione!

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