Sempre difficile lasciare le vacanze... questa sera ho deciso di spiegare a me stessa i motivi per cui domani dovrò essere felice e pimpante nello scendere dal letto.
Per esempio sono felice perchè il mio lavoro mi regala delle perle così:
Una bella sorpresa
di Minguzzi Teresa
Aveva appena avuto l'incidente in macchina il nostro zio: sentivamo nel naso odori cattivi di incomprensione, anche se c'erano in casa tante composizioni di fiori profumati; ci veniva da singhiozzare tutte le volte che ci trovavamo in contatto con oggetti del nostro caro...
Circa un anno dopo, nel 2006, mia sorella e io ci svagavamo con le bambole, fredde e rigide. E' stato in quel momento che a noi due è venuto il desiderio di un fratellino.
Così lo abbiamo chiesto alla mamma, ma lei ci ha subito risposto che non se poteva neanche parlare, perchè sarebbe stato un impegno troppo faticoso.
Qualche giorno più tardi ci abbiamo riprovato, ma con un altro metodo: le siamo saltate addosso e l'abbiamo supplicata.
...come si può intuire, neanche questo funzionò...
Allora siamo passate a cercare rinforzi, ma al quel punto, visto l'impegno che mettevamo, lei cominciava a cedere: tutte e tre insieme ci siamo inginocchiate davanti al letto, pregando intensamente per questo arrivo.
Finalmente, quando ormai cominciavano a farmi male le ginocchia, ci siamo rialzate, piene di speranza.
Avevamo passato diverse sere a pregare, mese dopo mese vedevamo il nostro miracolo apparire, la pancia della mamma ingrandirsi ed eravamo tutti sempre più eccitati, ma anche impauriti che potesse accadere qualcosa a quella minuscola creatura, ancora sconosciuta.
Una notte, all'improvviso, mentre stavamo già dormendo, sentimmo dei lamenti: era la mamma, il cui grembo sussultava.
L'ho vista rivestirsi frettolosamente, mentre il papà correva ad aiutarla, le prendeva le valigie già pronte, chiamando la nonna a stare con noi; avevo capito, nonostante la confusione, che la mamma doveva andare all'ospedale, tutta la casa era in allerta, nell'attesa di ricevere aggiornamenti...
Intanto, mentre aspettavamo il loro ritorno, ripercorrevo quei giorni, durante i quali avevamo preparato la dimora per il nuovo arrivato e tutti si facevano in quattro per aiutarci, nel caso ce ne fosse stata la necessità.
Avevamo organizzato il lettino, mezzi di trasporto adatti, tutine varie, coperte, ciucci, bagnoschiuma delicati, creme... per farla breve tutto ciò che avrebbe potuto fare fronte alle varie esigenze.
Andavamo spesso a trovare la nostra mamma, appoggiavamo delicatamente l'orecchio sulla pancia e ascoltavamo... ascoltavamo i sussulti i tumulti radi ed echeggianti...
Erano arrivati anche i tempi delle ecografie; ad una delle quali ho assistito anche io: una sostanza gelatinosa, appiccicosa e trasparente faceva scorrere un aggeggio sulla pancia della mamma. Questo, collegato ad un computer, mostrava la sagoma del bambino.
Avevamo passato dei momenti indimenticabili, ma sapevamo che non era ancora finita, che il bimbo era sul punto di nascere e c'eravamo anche messi d'accordo sul nome da dargli.
Alla fine il giorno tanto atteso, quello fatale, era arrivato: finita l'ansia non eravamo più tanto preoccupati quanto prima, anzi, ci preocupavamo solo di riempire di coccole quel batuffolo di pelle morbida, setosa, ciccotta e di insegnargli tante cose.
Naturalmente anche oggi non smettiamo di farlo, anzi lo facciamo con meno litigi e gelosia e con sempre maggiore generosità.
...seguiranno altri 365 motivi!
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