martedì 7 maggio 2013

Poe e il fantastico




Sabato, di ritorno dalla gita, abbiamo ascoltato la lettura di questi due racconti di Edgar Allan Poe.
Provo a dare qualche indicazione per chi se li fosse persi.

Il fantastico
la parola deriva dal greco phantàzein che significa "fare vedere". Ma cosa? Qualcosa che non esiste nella realtà!
In questo modo si mescolano fatti verosimili con vicende straordinarie e inspiegabili.
Così creature straordinarie popolano la narrazione dando vita a filoni anche molto differenti, ma riconducibili o al fantasy (folletti, orchi, elfi, draghi) o all'horror (vampiri, zombie, fantasmi).

Il racconto dell'orrore
Le emozioni forti ci caricano e ci provocano piacere, così anche il terrore ha il suo fascino.
Certo che non basta popolare la storia di fantasmi e sangue per ottenere una reazione nel lettore, occorre scatenare la sua inquietudine con qualcosa che sia allo stesso tempo comune, abituale, ma anche inspiegabile.
Per esempio la casa può essere il luogo dove ci sentiamo al sicuro, ma ecco che si popola di oscuri presagi quando sentiamo uno scricchiolio o un rumore insolito.
Poe è stato uno degli iniziatori del genere.  
Proviamo a riconoscere alcuni elementi ricorrenti nei racconti "Il ritratto ovale" e "Cuore rivelatore".
  • l'io narrante: quella che ci viene narrata potrebbe non essere la verità, ma l'espressione di un punto di vista. Per esempio il protagonista di Cuore rivelatore dichiara di non essere pazzo, sarà effettivamente così? In "Il ritratto ovale" il protagonista delira per la febbre...
  • la suspense
  • il colpo di scena finale. Come abbiamo detto spesso ci troviamo di fronte ad una situazione finale, ma senza scioglimento!


Incipit
Il primo racconto ha un incipit descrittivo che inizia subito con l'excusatio non petita. Ci accorgiamo che il negato e il non detto sono almeno importanti come quello che viene dichiarato e che le lunghe descrizioni non si soffermano mai su particolari fisici, se non sulparticolare ossessivo dell'occhio del vecchio. (non vi ricorda Sauron?)
Il ritmo è lento, infatti il tempo del racconto è più ampio di quello della storia. Sembra che ci siano due storie parallele: alle azioni che si compiono corrisponde sempre la descrizione di quello che accade all'interno della mente del protagonista.

Sì; è vero – sono nervosissimo, spaventevolmente nervoso – e lo sono stato sempre; ma perché volete pretendere ch’io sia pazzo? La malattia m’ha aguzzato i sensi, ma non li ha distrutti, non li ha ottusi. Più di tutti gli altri, avevo finissimo il senso dell’udito. Ho sentito tutte le cose del cielo e della terra. Ne ho sentite molte dell’inferno. E dite che son pazzo? State attenti! E osservate con quale precisione, con quale calma vi posso raccontare tutta la storia.

Nel secondo incipit
L'attacco è contemporaneamente narrativo e descrittivo: si può dire che ci si proietta in media re


Il castello, nel qual il mio domestico s’era deciso di penetrare a viva forza, anziché permettermi, deplorevolmente ferito come io era, di passare una notte all’aria aperta, era una di quelle costruzioni, indecifrabile miscuglio di grandezza e melanconia, che hanno per sì lungo tempo innalzate le loro rocche eccelse in mezzo agli Appennini, tanto nella realtà quanto nell’immaginazione di mistress Radcliffe.- Secondo ogni apparenza, esso era stato abbandonato temporariamente e tutt’affatto di recente.

Nella lettura dei testi ci si può soffermare su lementi tipici come:
  • il ritratto (in altri racconti lo specchio) che sembra avere vita o sostituire la vita
  • un ambiente in declino, come ad esempio la carta da parati scrostata.
  • un libro misterioso o un manoscritto
  • una indagine che (a differenza di quelle dei gialli) non può ricondursi a ragionamenti logici.
  • il lume di candela o di lanterna, che non consente una visione chiara

Al termine della lettura forse diremo: -Tutto qui?- ma in fondo in fondo saremo pervasi da una vena di inquietudine e sospetto.
Capiamo che in ballo non c'è solo la paura di fantasmi o spettri, ma il nostro rapporto con la realtà, che può rivelarsi insidiosa, diversa da quella che abbiamo creduto essere.
In alcuni casi si può anche riflettere sul dominio di sè: sul fatto che non abbiamo il pieno controllo delle nostre azioni e delle nostre pulsioni.

2 commenti:

  1. se ho dimenticato qualcosa di importante di quello che siamo detti, lo aggiungete nei commenti, per favore?

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  2. il racconto dell' orrore a sempre a che fare con la morte e manca lo scioglimento .
    il racconto del mistero è sempre narrato in prima persona.
    sofia
    PS questo post è molto bello grazie:)

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