lunedì 31 dicembre 2012

Capodanno

Tutti stasera festeggeremo, magari stando in casa con la nostra famiglia, magari uscendo a casa di amici o andando al ristorante, c'è chi guarderà fuochi d'artificio e chi mangerà lenticchie e zampone, ma in realtà che cosa stiamo festeggiando e soprattutto perchè?
Capodanno (da capo d'anno) è il primo giorno dell'anno. Nel mondo moderno cade il 1º gennaio del calendario gregoriano in uso ai fini civili in tutto il mondo, e nella larghissima maggioranza degli Stati è un giorno di festa.
In tutto il mondo si festeggia il Capodanno: per ogni Paese esistono diverse usanze, pagane o religiose, a cui occorre far fede per portare fortuna al nuovo anno che arriva. La mezzanotte segna un momento di passaggio che ricorda al mondo la fine di qualcosa e l'inizio di un nuovo percorso da fare. Tutti i simboli e le usanze di Capodanno hanno radici storiche molto antiche e radicate che spesso non sono conosciute.
Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno. Per i Babilonesi il nuovo anno cominciava con la rinascita della Terra, cioè con la primavera. Ecco come si è arrivati a festeggiare il nuovo anno il 1 gennaio: fu Giulio Cesare, nel 46 a.c., a creare il "calendario Giuliano" che stabiliva che l'anno nuovo iniziava il primo gennaio. Il primo di gennaio i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d'alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità. 

In Italia ci sono un sacco di riti legati a questa festa.
Uno dei riti più conosciuti è quello di mangiare le lenticchie allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Questa usanza sembra che favorisca l'abbondanza e la ricchezza: i legumi, infatti, sono considerati un cibo in grado di nutrire e di opporsi alla fine del tempo in vista di una generazione di prospettive valide per il futuro. In sostanza l'affermazione della vita contro quella che sembra essere una fine che suscita paure.
Anche i "botti" di Capodanno sono la manifestazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano in un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno, dalla fine all'inizio del tempo. I "botti" oggi rappresentano anche l'allegria per l'arrivo del nuovo anno.
L'usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato nell'anno trascorso è quella di lanciare i cocci a mezzanotte. Questa usanza è diffusa in diverse parti d'Italia ed è ancora viva nelle grandi città come Napoli e Roma.
Un'altra tradizione ancora molto seguita è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata vi porterà amore per tutto l'anno. Il vischio è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale. Sacro ai popoli antichi, i Druidi lo usavano nei sacri cerimoniali e nelle celebrazioni di purificazione, mentre i Celti ritenevano che quest'arboscello nascesse dove era scesa una folgore e che una bevanda particolare composta di questa pianta fosse un potente elisir contro la sterilità.

E fuori dall'Italia cosa succederà?

In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid).
In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta di casa per far entrare l'anno nuovo.
In Ecuador ed in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta, ed a mezzanotte vengono bruciati per le strade. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè ed ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene che il numero dei peccati che una persona commette in un anno sia questo ed in questo modo ci si purifichi).
In Germania il Capodanno si festeggia in maschera come a Carnevale.
In India il Capodanno non può essere festeggiato in casa: è obbligatorio uscire in strada.
A Capodanno in Romania si fanno gli auguri agli animali. In questo Paese sono ancora vive antiche usanze e credenze popolari, ad esempio in alcune zone si crede ai folletti e alle fate, si seguono riti propiziatori con pane, acqua o elementi semplici. In molti casi la tradizione è legata alla natura, come nel caso della notte di San Silvestro. A Capodanno in Romania è infatti buona usanza parlare con gli animali che si incontrano facendo loro gli auguri per il nuovo anno.
In Grecia c'è l'usanza che il primo ad entrare in casa deve rompere un melograno a terra.
In Sudamerica c'è l'usanza di mangiare chicchi d'uva e di esprimere dodici desideri: uno per ogni mese dell'anno. In Brasile invece è d'obbligo indossare vestiti bianchi o dorati. 
Anche Google saluta l'anno che sta per finire e lo fa con un 'best of' dei migliori doodle (i doodle sono versioni modificate del logo di Google che vengono visualizzate sulla home page in occasione di particolari eventi e feste o ricorrenze) disegnati e messi online nel 2012: da Cappuccetto Rosso e il lupo per i fratelli Grimm ad Ada Lovelace la prima programmatrice informatica; da Dracula, per il 165/o anniversario dalla nascita di Bram Stoker, a quello interattivo dedicato a Robert Moog, l'inventore del sintetizzatore fino a quelli celebrativi delle Olimpiadi di Londra.
Google ha creato anche un video di 150 secondi contenente le parole e le immagini più cliccate sul motore di ricerca nel corso dell'anno che sta per finire: da Felix Baumgartner a Pistorius, da Obama al Gangnam Style, eccolo qua:

In ogni caso da domani inzierà un nuovo anno e quindi vi chiedo: quali sono le cose che vi porterete sempre nel cuore di questo anno che stasera si concluderà? Quali buoni propositi avete per l'anno che verrà?

TANTI AUGURI DI CUORE A TUTTI VOI E ALLE VOSTRE FAMIGLIE

sabato 29 dicembre 2012

Lo Hobbit: un viaggio inaspettato

Sono da poco tornata dal cinema (eravamo 57!!) dopo aver visto insieme a tutti voi il primo film de Lo Hobbit.
Che dire? A me è piaciuto molto!
Aspettando i vostri commenti vi scrivo qualche curiosità:
  • Lo Hobbit o la riconquista del tesoro è un romanzo fantasy scritto da John Ronald Reuel Tolkien pubblicato nel 1937.
  • Tra gli insoliti hobby di Tolkien c'è l'invenzione di nuovi linguaggi: ne ideò decine e decine.
  • Il seguito del romanzo lo Hobbit è costituito da Il Signore degli Anelli, pubblicato in 3 volumi e in 3 film usciti rispettivamente nel 2001, 2002 e 2003. Quindi lo Hobbit rappresenta un prequel, cioè un film che presenta dei personaggi e degli eventi cronologicamente antecedenti all'ambientazione di un altro film precedentemente girato.
  • La magica avventura di Bilbo ha un inizio ufficiale in un torrido pomeriggio estivo mentre Tolkien corregge dei compiti di letteratura inglese: uno degli esaminandi aveva lasciato una pagina bianca e gli viene di getto l'incipit del racconto, diventata una delle frasi più note di Tolkien: "In un buco del terreno viveva uno Hobbit".
  • Gollum è uno hobbit.
  • Le riprese de lo Hobbit: un viaggio inaspettato, iniziate il 21 marzo 2011 e terminate il 6 luglio 2012, si sono svolte in Nuova Zelanda.
  • Originariamente i film dovevano essere solo due, ma alla fine sono tre: il secondo film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug uscirà il 12 dicembre 2013, mentre il terzo e ultimo film Lo Hobbit - Andata e ritorno, il 18 luglio 2014. -> appuntamento quindi al Cinedream tra un anno esatto ragazzi!

Per chi volesse spoilerarsi (il termine spoiler è spesso usato in ambito cinematografico per segnalare che qualcosa riporta delle informazioni che potrebbero svelare i punti salienti della trama del film), ecco qualche foto tratte dal prossimo film (che è già stato girato!): http://www.comingsoon.it/News_Articoli/News/Page/?Key=18867

GRAZIE DELLA BELLA SERATA




domenica 23 dicembre 2012

Eroi ieri e oggi

Fantastichiamo pure sui grandi eroi epici come Ettore, Achille, Enea, ma poi soffermiamoci su cosa significa per noi l'eroismo. Facendo chiarezza su gesti, scelte, progetti che consideriamo eroici, capiremo meglio quali sono i nostri valori, chi vogliamo diventare. In prima ho chiesto di riflettere su questi aspetti e mi sono commossa quando due ragazzi hanno letto i loro testi: tra i tanti o scelto questi. Buona lettura!


Secondo me la differenza tra eroe mitologico ed eroe attuale è molto evidente: gli eroi del mito, forzuti, coraggiosi e soprattutto astuti come il celebre Achille, devono sconfiggere mostri dall’aspetto orrendo e inguardabile, sono spesso semidei cioè metà uomini e metà divinità. C’è una grande differenza, però anche tra gli eroi greci e romani: i greci non sono spinti dall’amore per la patria che caratterizza i romani.
Ancora più evidente la differenza tra gli eroi antichi e quelli dei giorni nostri che non sono dei, semidei, personaggi fantastici, ma soprattutto persone semplici che con il passare degli anni, con sacrifici e allenamento, diventano persone importanti o semplicemente fondamentali in famiglia. Questi eroi, però, non devono superare prove assurde o affrontare mostri o cose del genere, ma semplicemente diventare famosi o necessari per l’esistenza dei propri familiari.
Un mio grande eroe è Paolo Pizzo, campione mondiale di spada, è un vero professionista dal mio punto di vista di schermitore.
Anche lui ha dovuto combattere una importante battaglia contro un tumore avuto a soli tredici anni, ma comunque è diventato una persona importante per tutto il mondo sportivo.
Michele
Gli eroi compiono imprese eccezionali, sin dall’epica greca salvavano gli uomini e le donne grazie al loro coraggio.
Il mio eroe è il mio babbo che si chiama Francesco. Il suo lavoro è fare il carabiniere, lavora a Livorno e fa il paracadutista, ma, per essere più precisa quasi tutti gli anni va all’estero a compiere missioni di pace, ad aiutare i paesi in pericolo per una causa che conosciamo tutti, cioè la guerra. Per fortuna però non va a fare la guerra, ma ad aiutare la gente bisognosa. L’anno scorso è stato in Afghanistan, a Kabul, mentre quest’anno è in Libia a Tripoli. (meno male! Lì c’è meno pericolo!).
Per fortuna non viviamo in tempi antichi: oggi giorno ci sono e nascono diversi social network, così io lo sento tramite internet, su skype. Gli posso raccontare la mia giornata molto intensa e i voti che ho preso a scuola. Però quando ritorna a casa io gli faccio un festone, perché il mio babbo per me è un eroe, visto che va a salvare la gente che ha bisogno in posti molto pericolosi.
Quando vedo i papà con i loro figli io ci rimango molto male; comunque sono cresciuta e ora so che è il suo lavoro: al mio babbo non piace stare chiuso in ufficio, ma gli piace salvare la vita di tante persone in pericolo! Per me rimarrà sempre il migliore papà del mondo!!! Ti voglio un mondo di bene, Grazie di tutto!
Francesca

 

lunedì 17 dicembre 2012

La guerra fredda


Studiando i rapporti tra gli Stati europei ci siamo resi conto che l'assetto politico del nostro continente è molto cambiato in seguito alla dissoluzione dell'URSS.
Così abbiamo provato a ricostruire la storia del muro di Berlino. In questo modo però sono emerse nuove questioni e nuove curiosità: ci sono dei muri anche oggi? cos'è la guerra fredda?
Alcuni ragazzi della II B si sono offerti di approfondire la questione con ricerche ed esposizioni orali.
Ecco il resoconto della relazione di Francesco e Giacomo:

La guerra fredda è la contrapposizione di due blocchi : cioè gli Stati Uniti D’America (USA) e l’unione sovietica (URSS). Un vero e proprio scontro non si è mai verificato, perché entrambi possedevano la bomba atomica e quindi erano consapevoli che non ci sarebbe stato un vincitore definitivo: solo vittime. 
Ci siamo divertiti moltissimo a fare la ricerca, abbiamo trovato e imparato molte cose interessanti e che ancora non sapevamo, ad esempio che in questo periodo Sting, un cantautore,  scrive Russians, nella speranza l'amore per i propri figli, che accomuna russi ed americani sia abbastanza forte da evitare un conflitto. 
  

sabato 8 dicembre 2012

Open day

Non mi sono mai fidata troppo degli open day, forse perchè scettica di fronte ad ogni tipo di pubblicità; per questo amo tanto il "nostro", dove a mostrare la scuola sono rigorosamente gli studenti!
Quelle che seguono sono le riflessioni di due ragazze di seconda.
Buona lettura, e magari provate a riconoscerle!



Sabato 1  dicembre si è tenuto l’open day della nostra scuola. Subito dopo le lezioni, alcuni di noi sono rimasti a mangiare a scuola, non i soliti panini, ma una bella pizza...  e non da soli, ma in ottima compagnia delle nostre insegnanti: la Crepaldi e la Santolini. Dopo aver mangiato e fatto quattro chiacchiere ci siamo rimboccati le maniche e ognuno di noi è andato nella propria postazione; pronti per accogliere i visitatori. Alcuni hanno iniziato accompagnando le famiglie in giro per i vari ambienti della scuola, altri facendo una dimostrazione della LIM e altri ancora presentando l’angolo della matematica oppure leggendo delle letture su Tonino Guerra (purtroppo non sono riuscita ad andarli a sentire, ma sono sicura che siano stati bravissimi). Mentre ero di servizio alla LIM e all’angolo della matematica ho notato che i bambini, ma soprattutto i genitori erano molto sorpresi per gli argomenti che affrontavamo. La maggior parte delle cose, secondo me, non se le ricordavano nemmeno oppure non le sapevano proprio. Mi sono molto divertita anche perché nei momenti in cui non c’era nessuno alla LIM si giocava su internet e all’angolo della matematica si facevano delle chiacchiere. Spero di rivivere questa esperienza anche il prossimo anno, visto che mi è piaciuta molto.

***


L'Open Day è il giorno destinato a mostrare alle famiglie dei ragazzini delle elementari la scuola media (nel nostro caso il San Giuseppe). Solitamente avviene il sabato o la domenica. All' Open Day della nostra scuola eravamo divisi in differenti gruppi: addetti alla LIM, addetti all'Angolo della Matematica, addetti alle letture, addetti ad accompagnare le famiglie in giro per la scuola e addetti ai progetti ambientali. Io guidavo le persone in giro per la scuola: è stato fantastico, non avrei mai immaginato di divertirmi così tanto!!! Ho fatto questo percorso: piano terra, primo piano e secondo piano, tutte le sei volte che ho portato in giro le famiglie!!! Alla fine della giornata avevo, infatti, le vesciche ai piedi, che dolore!!! Comunque l'importante è che ho svolto bene il mio "lavoro": le famiglie, dopo aver visitato tutta la scuola, mi sono sembrate molto contente e stupite della bellezza e della grandezza della scuola!!! Avevo fornito alle famiglie tutte le informazioni: corsi di recupero e potenziamento, giornate di accoglienza, gite didattiche, gite di due giorni, giochi della gioventù, compiti... Alcuni mi sono sembrati più seri e freddi, con loro era meglio non scherzare troppo, mentre altri mi sembravano sereni, tranquilli e con loro ci si poteva scherzare, ma sempre meglio tenere un registro MEDIO!!! Delle famiglie mi è piaciuto, in generale, la curiosità sulle attività scolastiche. I ragazzini, invece, mi sono sembrati molto impauriti: lo dimostravano i loro occhi e il voler stare vicino ai genitori. Si comportavano così forse perché non immaginavano come sarebbero state le scuole medie e per timidezza, ma erano anche meravigliati e stupiti. Dopo tutto ci siamo passati anche noi in questa fase: mi ricordo che quando venni a visitare il San Giuseppe ero terrorizzata anche io e non sapevo che cosa mi attendesse e... avevo paura di perdere i miei amici di Fusignano, mentre adesso mi accorgo che questa scuola è bellissima e inoltre ho conosciuto insegnanti e nuovi amici fantastici!!! Ho fatto  la maggior parte dei percorsi da sola, senza l'aiuto dei miei compagni, mentre gli ultimi due li ho fatti con Beatrice ed Eleonora. Ho sempre preferito farli da sola perché volevo sconfiggere la mia paura di parlare serenamente a persone sconosciute; ora mi sento più sicura!!! Mi sono pentita di non aver partecipato all'Open Day dell'anno scorso perché mi sono veramente divertita!!! Ai miei compagni che non se la sono sentita di venire per timidezza, consiglio di partecipare in futuro, perché è così che si combatte la vergogna!!!
Sicuramente verrò anche l'anno prossimo!!!
P.S: la pizzata è stata fantastica!!!
 


lunedì 3 dicembre 2012

Gli SMS compiono 20 anni

Il 3 dicembre 1992 Neil Papworth, ingegnere britannico 22enne della Vodafone, inviò il primo sms della storia. Il testo? “Happy Christmas”, buon Natale.
La storia di quel leggendario “Buon Natale” era iniziata qualche anno prima, nel 1984. Matti Makkonen, ingegnere della finlandese Nokia, conversando, secondo la leggenda, in una pizzeria di Helsinky, ebbe l’idea di abbinare l’invio di brevi messaggi di testo alla tecnologia di comunicazione mobile.
L’anno successivo, un altro ingegnere, questa volta tedesco, Friedham Hillebrand, stabilì che il numero massimo di caratteri inviabili via sms fosse 160. Perché? Perche, secondo una sua personale analisi, era il numero medio usato per una “breve risposta” standard. In breve, si iniziò a progettare telefonini con la capacità di ricevere brevi messaggi di testo: riceverli, ma non inviarli. Perché questo servizio (chiamato appunto Short message service) fu pensato per l’utilità del gestore, che informava così su messaggi in segreteria, costo delle chiamate e nuove offerte da proporre.
Il suo costo? Zero. Perché quei 160 caratteri di testo viaggiavano su una porzione di banda GSM lasciata intenzionalmente libera proprio per eventuali “sviluppi futuri”.
Che ci furono, eccome. Nel senso che i gestori seppero sfruttare al massimo questa capacità della rete GSM per farne una fonte di guadagno enorme, molto superiore, in percentuale, alla rendita delle chiamate vocali. Oggi le stime parlano di oltre 6.000 miliardi di messaggini inviati ogni anno, cifre impressionanti, se si pensa che il costo di un sms, per il gestore, è dell’ordine del millesimo di euro. Ma noi li paghiamo tra i 5 e i 20 centesimi, a seconda della tariffa che scegliamo. Tra l’altro, i bit, i pacchetti di informazioni veicolati dagli sms sono del tipo “non pregiato”: per i gestori, la consegna di un sms può avvenire nell’arco di 24 ore e non è neppure garantita.
Significa che l’invio di 1 gigabyte di dati via sms (al costo di 15 cent di euro) ci costa... 2,14 milioni di euro. Sì, milioni. Pensateci, ogni volta che ne inviate uno. A proposito di euro, una curiosità: per alcuni anni, dopo l’introduzione del simbolo €, il suo uso in un sms costava 2 caratteri invece di 1. Della serie, con l’euro è raddoppiato tutti...
Soldi a parte, i messaggini hanno cambiato vita e abitudini di milioni di persone. Secondo i sociologi, sono intervenuti anche nei nostri rapporti personali: ci hanno permesso di commentare in diretta (e in segreto) le riunioni al lavoro, fatto inviare pensieri e auguri a persone con le quali non avremmo parlato volentieri e perfino reso interminabili alcune litigate tra fidanzati. Hanno anche reso possibile l’invio di aiuti economici in tempo reale in caso di calamità, grazie agli “sms solidali”.
Da allora, la messaggistica istantanea ha fatto molta strada, soprattutto grazie alla diffusione degli smartphone sempre connessi a Internet e alle loro app. Twitter, prima di tutte: “solo” 140 caratteri, 20 in meno di un sms. Un successo planetario... che deve tutto al “nonno” nato 20 anni fa: la chiave di volta della diffusione dei cinguettii digitali è stata proprio la possibilità di inviarli anche sfruttando un numero di cellulare, che li reindirizza alla Rete quando non siamo connessi.
Ma proprio gli smartphone, i social network e le app come Whatsapp stanno mettendo in crisi gli sms. O meglio, li stanno riportando a quello che erano in origine: messaggi di servizio che hanno il pregio di funzionare con tutti i telefoni, gli operatori e anche quando la copertura Internet è assente.

sabato 24 novembre 2012

L'Uomo che piantava alberi

Stamattina abbiamo visto insieme "L'uomo che piantava alberi" che io personalmente trovo toccante e profondo.
Un racconto magnifico, di quelli che ti fanno pensare e ripensare per giorni a quanto un uomo, nelle sue piccole azioni quotidiane invisibili ai più, possa esprimere al massimo grado la presenza di qualcosa di superiore. Un racconto di amore, di radicamento e attaccamento alla terra, di solitudine proficua, di grande generosità, di infinita saggezza.

Se volete rivederlo o farlo vedere a qualcuno ecco il link su youtube:

Ma l'uomo che piantava alberi esiste davvero?
Quando l'autore francese Jean Giono scrisse il racconto "L'uomo che piantava alberi" non si ispirò ad alcuna storia vera, ma creò il personaggio di fantasia Elzéard Bouffier per spingere i lettori a innamorarsi degli alberi.
In India a più di 8000 chilometri di distanza, vive Jadav Payeng, che non ha mai sentito parlare del libro di Giono, ma per molti  potrebbe essere il vero Bouffier.
Jadav Payeng
Poco più di 30 anni fa, l'allora adolescente Jadav "Molai" Payeng ha iniziato a piantare dei semi lungo una striscia di sabbia arida nei pressi del suo paese natio nella regione di Assam, India del nord, con l'intento di far crescere un rifugio per la fauna selvatica. Poco dopo, Molai decise di dedicare la vita a questa impresa, e quindi si è trasferito in un luogo dove potesse lavorare a tempo pieno alla creazione di un nuovo e lussureggiante ecosistema. Incredibilmente, questo luogo oggi comprende 1.360 acri di giungla che Payeng ha piantato da solo, con le sue stesse mani.
Tutto è iniziato nel lontano 1979, quando le inondazioni hanno portato un gran numero di serpenti su questa striscia di sabbia.
Un giorno, dopo che le acque si erano ritirate, Payeng, allora solo sedicenne, ha ritrovato il posto pieni di rettili morti. In quel momento la sua vita ha avuto una svolta.
I boschi di Molai
Lasciata la scuola e la famiglia, ha cominciato a vivere sul banco di sabbia. Payeng ha accettato volentieri una vita in isolamento. Ha iniziato a prendersi cura delle piante innaffiandole mattina e sera, potandole quando necessario. Mentre ci sono voluti anni perchè la dedizione lodevole di Payeng ricevesse un meritato riconoscimento a livello internazionale, la fauna selvatica nella regione non ci ha messo molto a beneficiare di questa foresta "fatta a mano".
Dopo pochi anni, la lingua di sabbia si è trasformata in un boschetto di bambù. Dimostrando una profonda conoscenza degli equilibri ecologici, Payeng ha trapiantato all'interno del suo fiorente ecosistema anche le formiche rosse in modo da rafforzare l'armonia naturale del territorio. Presto il banco di sabbia un tempo senz'ombra si è trasformato in un ambiente abitato da svariate creature.
I boschi di Molai
La foresta, chiamata da molti "i boschi di Molai", ora fa da casa a numerosi uccelli, cervi, rinoceronti, tigri, elefanti, specie che altrove stanno rischiando sempre di più di perdere il proprio habitat.
Nonostante l'importanza del progetto di Payeng, il Dipartimento forestale della regione è venuto per la prima volta a conoscenza di questa foresta solo nel 2008, e da allora ha cercato di sostenerne l'impegno. 

"...è una storia esemplare che racconta di come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre alla distruzione"

sabato 17 novembre 2012

Una scomoda verità

Scioglimento dei ghiacciai
C’era una volta il pianeta Terra; c’era una volta un luogo dove la natura la faceva da padrona, in cui tutti i cambiamenti erano in funzione della sua stessa evoluzione, in cui ogni singolo essere vivente poteva ritenersi figlio di una comune madre e prodotto di una serie di coincidenze e leggi da essa stabilite. 
C’era una volta la culla dell’umanità, meravigliosa in tutte le sue manifestazioni, dalle valli solcate dai fiumi, ai monti coi loro ghiacciai, dalle isole incontaminate degli oceani alla selvaggia e lussureggiante vegetazione delle foreste tropicali.
Quella narrata da Al Gore (l’ex vice presidente degli Stati Uniti sconfitto alle elezioni del 2001 da Bush) è una verità, pura e semplice, ricavata dalle tracce che la natura ci ha lasciato, in cui i protagonisti sono la natura da una parte e l'egoismo dell'uomo dall'altra.
Io ve l'ho voluta raccontare perchè ripongo in voi una grossa speranza: se tutti i giovani fossero come voi sarei più serena riguardo al futuro!
Ecco qua le parole di Al Gore, che da sole dicono più di quanto potrei dire io:
Aumento di C02
"Siamo in grado di superare i nostri limiti e il nostro passato?
La storia ci insegna che abbiamo questa capacità.
Abbiamo affermato valori come la libertà e l'autodeterminazione negli Stati Uniti, in Francia e in tutto il mondo.
Lo stesso anno in cui Lincoln liberò gli schiavi d'America la Russia liberò i suoi servi.
Le donne hanno avuto il diritto al voto prima in Nuova Zelanda e in seguito dappertutto.
Il mondo intero ha sconfitto il fascismo sia in Europa che nel Pacifico.
La forza morale della non violenza ha innescato una rivoluzione che si è allargata ad altri paesi.
Il mondo ha sostenuto la vittoria di Nelson Mandela sull'apartheid.
Medici e scienziati di tante nazioni hanno lavorato insieme per sconfiggerre malattie come il vaiolo e la poliomielite.
Le due superpotenze alla fine hanno cessato la corsa agli armamenti nucleari.
La gente preferisce bugie rassicuranti a scomode verità
Siamo andati sulla Luna: il massimo esempio di quello che sappiamo fare se diamo il meglio di noi.
Ci siamo uniti per combattere il comunismo."

"La Terra è la nostra unica casa e in gioco c'è questo: la nostra capacità di vivere sul pianeta Terra e dargli un futuro di civiltà.  Penso che questa sia una questione morale."

"Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno 'A cosa pensavano i nostri genitori, perchè non si sono svegliati quando ne avevano la possibilità?' Prepariamoci sin da ora a rispondere a questa domanda".

domenica 11 novembre 2012

Una serata indimenticabile

Mercoledì sera Emanuele, Francesco e Giacomo, come ben sapete, hanno partecipato all'incontro tenuto da Michele Dotti sul PIL.
Cosa vi posso dire? Vorrei che loro tre ci descrivessero la serata dal loro punto di vista. Io, dal mio, posso solo dirvi che è stata una gioia e un orgoglio enorme vederli partecipare in un modo così attivo e appassionato.
Durante la serata si è parlato e discusso di benessere, in particolare di cos'è il benessere per noi.
Una cosa che mi ha colpito è stato scoprire che esiste oltre al PIL (prodotto interno lordo) anche il FIL (felicità interna lorda), tentativo di definire, con un'evidente ironia, uno standard di vita basato sulla felicità.
Per la solidità di uno stato è necessario mantenere elevato il suo PIL: infatti più è alto il PIL e più uno stato ha benessere, ma non è che forse il benessere vero di uno stato si basa sulla felicità dei suoi cittadini?? 
Un esempio fondamentale dell'utilità a conoscere il proprio FIL è dato dal Bhutan, piccolo stato montuoso dell'Asia. Questo stato già da 4 anni adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il FIL. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Secondo alcuni dati questo paese è uno dei più poveri dell'Asia, con un PIL pro capite di 1800 dollari. Tuttavia, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e l'ottava del mondo.
Quindi vi chiedo: cosa per voi è benessere? Cosa vi rende davvero felici?